Di seguito, una sintesi dei contenuti approfonditi nella mia video-intervista dell’8 marzo 2019 per la rivista Open
Quali sono state le maggiori mutazioni nella sessualità femminile negli ultimi 10 anni?
In una società liquida come la nostra, per dirla con Bauman, la sessualità è in generale meno legata ad un versante relazionale ed affettivo che in passato. Lo è maggiormente all’auto-determinazione e, a volte, all’auto-affermazione sociale.
Il desiderio sessuale sembra da un lato più legato alla ricerca del piacere soggettivo, dall’altro all’adeguatezza sociale; meno, almeno apparentemente, ad una dimensione realmente relazionale, emotiva e affettiva.
Dico apparentemente perché in realtà, soprattutto nelle donne, la scissione tra sessualità e bisogno emotivo e affettivo è un po’ illusoria. Ed è una illusione che spesso finisce per portare a sentimenti di vuoto, a frustrazione, senso di abbandono o di disvalore.
Insomma l’illusione dell’autosufficienza e di poter svuotare di significato e di correlati emotivi aspetti come la sessualità, che ne ha intrinsecamente, spesso causa infine sofferenza.
In che modo l’approccio delle millennials è diverso da quello della generazione precedente?
I millennials hanno molte conoscenze nozionistiche e visive sul sesso, ma il versante emotivo e relazionale della sessualità è un’altra cosa.
Un esempio di questo è la diffusione del sexting, ovvero l’invio e la condivisione di materiale sessualmente esplicito. Sembra che quasi la metà dei giovani oggi lo pratichi.
Questo sembrerebbe denotare un rapporto disinvolto con il sesso, ma è una sessualità vissuta ognuno a casa propria e che spesso non è legata ad una relazione.
Le ricerche più recenti come quella dell’Eurispes del 2018 infatti segnalano che la sessualità è generalmente meno presente nel concreto nella popolazione giovanile.
Insomma, molti ragazzi e ragazze forse in modo inconsapevole sembrano dirsi: se posso vivere la sessualità senza rischi reali dati dalla relazione con un altro perché fare la fatica di costruirne una?
Si parla a volte di orgasm gap come del gender pay gap. Perché le donne hanno meno orgasmi degli uomini ?
Da un lato oggi la sessualità è meno legata alla procreazione e meno centrata su un piacere esclusivamente maschile come invece avveniva in passato. C’è più conoscenza intorno alla sessualità femminile, ma intervengono ancora tanti limiti legati all’ immagine corporea della donna, all’insicurezza nelle donne rispetto al proprio corpo in termini estetici. A volte le donne sono più focalizzate sull’adeguatezza della loro performance in termini di accettabilità estetica ed erotica agli occhi maschili piuttosto che sulle proprie sensazioni, sopratutto in una fase iniziale di un rapporto.
E’ invece piuttosto sdoganato e presente in egual modo tra i due sessi l’autoerotismo, spesso coadiuvato dall’uso di sex toys che, se da un lato possono favorire una maggiore conoscenza del proprio corpo, riproducono la penetrazione senza i rischi che una relazione reale comportano.
Inoltre, se entrambi i sessi sono composti da una parte maschile e una femminile, è vero che negli ultimi anni l’uomo ha messo in luce in misura molto maggiore che in passato la sua parte femminile e la donna quella maschile, più legata all’intraprendenza, all’auto affermazione, ecc.
Questo come sappiamo complessifica moltissimo le relazioni tra i due sessi. C’è una difficoltà nel riformulare i ruoli possibili nella coppia, tanto che vediamo da un lato una forte diffusione del sexing e dall’altro che le coppie di giovani vivono la loro relazione sempre di più tra le mura domestiche delle famiglie d’origine senza riuscire a individuarsi, a trovare una propria dimensione.
Insomma abbiamo scoperto altre parti di noi, che ci compongono, ma ora la sfida è ritrovare un non facile equilibrio.
La paura di affrontare un altro realmente “straniero” e straniante rispetto a se’ forse è causa anche della diffusione dei così detti amici “di letto”. Più della metà dei giovani ne ha instaurata almeno una, un quarto da due a cinque.
Anche il sesso occasionale è molto diffuso, sia tra persone libere che sposate. E’ difficile in questo caso conoscersi davvero e costruire una sintonia con i corpo dell’altro, ed una situazione di intimità su livelli sia corporei che affettivi ed emotivi.
Ci sono meno tabù sessuali, ruoli meno definiti, niente è prestabilito; c’è più libertà anche nel vivere aspetti legati alla bisessualità, potenzialmente presente in ognuno, ma sappiamo che la libertà porta anche ad una maggiore complessità, disorientamento, difficoltà nella scelta.
E la difficoltà della scelta a volte diventa anche un’ossessione, un loop mentale.
Infatti oggi molti cercano pratiche come lo yoga, la mindfulness, modi per sentirsi, stare in contatto con se stessi; anche la psicoterapia va in questa direzione. E’ un percorso che può essere necessario per trovare un filo, in un senso nella propria storia e nella propria identità.
L’unica strada possibile nel disorientamento è ripartire dall’ascolto e dalla conoscenza di sé.
Dott.ssa Irene Mazzon