Ho recentemente visto Il film Fingernails, di Christos Nikou, un regista greco emergente (lo si trova su Apple TV). Il film mi è sembrato mostrare in modo molto interessante come sia difficile per molti, nella nostra epoca, riconoscere i propri movimenti interni e fidarsi delle proprie emozioni. La storia dà una forma originale alla continua ricerca, che forse contraddistingue oggi l’uomo e la donna occidentale, di categorizzazione, attraverso un rispecchiamento esterno, di quello che si sente. La ricerca, quindi, di una sorta di oggettivazione di qualcosa che, in realtà, solo ognuno di noi nel proprio intimo può sapere. Invece spesso quello che capita di sentire è: “se lo so solo io è come se non fosse reale”. Per arrivare fino alla difficoltà più generale a percepire la direzione, la legittimità ed il valore dei propri sentimenti. Nel film, la strada determinata da questo bisogno di un segno tangibile che mi dica cosa io stesso provo, porta ad una sconcertante alienazione nei rapporti sentimentali. Il film indaga proprio questo: una volta ottenuta questa oggettivazione, una prova concreta che satura ogni domanda, quindi, come ci si sente?