Le paure dei bambini possono rappresentare transitoriamente conflitti e prove evolutive necessari per lo sviluppo. E’ importante comprenderne il significato e, quindi, come poterli aiutare a gestirle.
Le più comuni paure dei bambini sono legate a situazioni che li vedono impegnati in piccole o grandi battaglie, reali o immaginarie, che sono chiamati ad affrontare da soli:
- paura della separazione dalla madre o dai genitori
- paura di dormire da solo
- paura del buio
- paura di mostri, fantasmi, del lupo
- paura della morte
- paura di addormentarsi e fare degli incubi, terrori notturni
- paura di alcuni animali
- paura di restare solo
- fobia di oggetti specifici
- paura della scuola, di prendere brutti voti
- fobia scolastica fino ad arrivare ad attacchi di panico a scuola
- stati generale di ansia
In genere, le paure sono uno spostamento all’esterno, su un oggetto o situazione delimitata e definita, potenzialmente controllabile e verbalizzabile, di un conflitto interiore.
Questo è un meccanismo comune nell’infanzia, normalmente transitorio, funzionale ed utile per la crescita.
Può capitare che i bambini non riescano ad accettare o metabolizzare i propri istinti, la loro fisiologica aggressività, e li proiettino su un oggetto/situazione paurosa per poterli controllare o comunque guardare come esterni a sé.
Dentro ad ognuno, in una certa misura, c’è “un lupo” che a volte lo fa sentire cattivo o in colpa: questo per un bambino può essere difficile da gestire e può suscitare la paura di una ripercussioni su di sé per la propria aggressività o generare un senso di colpa poco gestibile.
Le paure dei bambini nei confronti dei mostri, degli animali cattivi, possono rappresentare quindi una simbolizzazione del timore di poter essere puniti o di perdere l’affetto dell’altro.
Altro tipo di paure nei bambini sono quelle legate all’angoscia di separazione e allo stare da soli.
Il sonno ad esempio è una situazione che rappresenta la separazione e la perdita del controllo; lo stesso può valere per la scuola e per le autonomie in genere.
I bambini spesso si trovano a vivere un conflitto tra desiderio di autonomia e di dipendenza, ma anche, crescendo, l’ambivalenza nei confronti dei genitori, che rappresentano insieme l’oggetto d’amore e la regola/limite.
Hanno bisogno di poter camminare da soli per piccoli tratti, ma allo stesso tempo avere la certezza che, voltandosi, potranno sempre ricorrere all’aiuto dell’adulto.
Cosa si può fare di fronte alle paure dei bambini
E’ fondamentale non negare l’aggressività o la rabbia, ma riconoscerla come una parte fisiologica e normale nell’individuo; aiutare quindi il bambino a gestirla e intergrarla con le altre parti di sé.
Questo si può fare rassicurando il bambino riguardo all’essere amato e accettato incondizionatamente. Sembra scontato, ma non lo è. I bambini possono avere paura che non saranno più amati se sono cattivi. E a volte i bambini si sentono cattivi!
Allora è importante porre sì delle regole e dei limiti educativi, ma senza ricorrere a minacce, soprattutto se queste possono alimentare paura e fantasie di allontanamento ed espulsione nel bambino. Fare attenzione a chiedere al bambino solo quello che è nelle sue capacità, evitando che possa sentirsi inadeguato. Accogliere quello che comunica, interessandosi ad esso e valorizzandolo, senza valutarlo seguendo criteri di performance o di norma.
E’ importante poi “stare con” il bambino nella percezione della paura, senza allontanarla o sminuirla ma validandola e allo stesso tempo mostrando al bambino che si può tollerare e maneggiare: ad esempio con il gioco, o la lettura di una favola.
La fiaba dà spesso una rappresentazione ai conflitti interni del bambino. Raffigura angosce archetipiche proiettandole su personaggi fantastici (streghe, orchi, cattivi) che nel racconto vengono sconfitti o ammansiti, suggerendo anche delle soluzioni per fronteggiarli.
Con un bambino che ha paura del buio, si può leggere una favola proprio al buio, per poter vivere insieme quella situazione paurosa e accettare che sì, la notte può fare paura, ma ci si può fare i conti!
Allo stesso modo, è importante giocare con i bambini senza escludere i personaggi cattivi, ma anzi dare libero sfogo alle loro avventure interessandosi alle loro caratteristiche, alcune delle quali possono essere simpatiche o affascinanti. L’obiettivo è acquisire la capacità di accettare l’ambivalenza: nessun personaggio è solo cattivo o solo buono.
Nel gioco simbolico, è importante seguire il tracciato del bambino, così che possa esprimersi, creare delle regole, affrontare il problema con i suoi mezzi e la sua creatività.
Si può quindi esporre il bambino a ciò che gli fa paura stando con lui e aiutandolo ad acquisire maggiori strumenti per accettarla. Accettarla è altra cosa rispetto a superarla. Accettare i propri stati d’animo senza ansie di performance è il primo passo per essere più sereni e crescere.
È importante infine guardare dentro di sé: le ansie di separazione del bambino spesso sono legate a preoccupazioni dei genitori. A volte i genitori possono temere che i bambini si allontanino da loro, che crescano, che cambino, che falliscano. Possono sentirsi in colpa per non essere abbastanza presenti, ad esempio a causa del lavoro, e quindi finire per iper-proteggerli. E’ importante leggere queste dinamiche per non condizionare i bambini con le proprie ansie.
Un aiuto per affrontare insieme le paure dei bambini
Come abbiamo visto, le paure infantili fanno parte della crescita.
Se però queste persistono o iniziano a configurarsi in quadri invalidanti (disturbi del sonno, evitamento delle situazioni sociali o che richiedano l’assenza dei genitori come la scuola, disturbi dell’alimentazione, disturbi psicosomatici crisi di ansia o d’asma) può essere utile fermarsi e capire cosa sta succedendo.
Può essere utile rivolgersi ad un esperto per capire insieme come aiutare il bambino. Per informazioni o un appuntamento nel mio studio a Milano o in video i miei contatti sono: 347.5202018 e irenemazzon@libero.it.