Dal blog: Adorazione

Guardate questa serie, prima di tutto perché è una bellissima serie. 
E poi perché parla proprio di un tema centrale più che mai in questi giorni, adolescenti e femminicidio. 
Ma sopratutto parla di famiglie, e di figli e figlie. 
Guardatela e osservate questi genitori. Osservate questi figli.
Quello che perché me è stato più interessante notare, è la corrispondenza tra il funzionamento dei genitori e quello dei figli e delle figlie; evitando spoiler, ve la racconto per come l’ho vista.

👩🏻 C’è una mamma che coinvolge i figli nella sua frustrazione riguardo all’inadeguatezza del padre, che vive altrove e sta costruendo un’altra famiglia. Lo fa iper responsabilizzando il figlio maschio come co-genitore rispetto alla gestione del malessere della figlia femmina che soffre in modo più esplicito del fratello per l’assenza del padre e le cui crisi a riguardo vengono affrontate dalla madre con urla e insulti al padre stesso. Il padre 👦🏻, d’altra parte, è un eterno ragazzo irrisolto, che appare e scompare, rappresentando inaffidabilità.
La madre, quando il figlio vuole confessarle qualcosa che lo angoscia terribilmente, lo invita a nasconderlo, occultando la verità per evitare problemi. Questo è il concetto di protezione che gli rimanda. Significa però lasciarlo, in sostanza, solo con la sua angoscia, e più vulnerabile. Chi è che protegge, questa mamma? 

👩🏻‍🦱 C’è una mamma gravemente depressa, con un figlio che impara ad essere protettivo, in contatto con le emozioni degli altri, faticando però a pensare a sé e a legittimare i propri bisogni. 

🧒🏻 C’è una mamma innamorata della versione di sua figlia che sta col ragazzo della famiglia bene, ricco, romantico. Proietta su questa unione tutti i suoi sogni che non ha soddisfatto. E’ un riscatto sociale. Quando la figlia è immersa nella sofferenza per la scomparsa della propria migliore amica, l’outsider della compagnia, la madre non riesce ad empatizzare con lei, scagliandosi invece contro l’amica di cui pensa, e dice, che se la sia cercata. L’unica cosa importante è che la figlia non sia come l’amica. Le sue emozioni non sono importanti. L’importante è che sia tutto sotto controllo. 
La frustrazione della figlia di fronte all’incomprensione della madre, e il modo in cui la esprime, è davvero toccante. 
Il padre 👨🏼, nelle retrovie, riesce a connettersi emotivamente con la figlia. Riuscirà ad assumere un ruolo che sia di limite alla moglie nel suo ruolo genitoriale?

🧑🏻 C’è la mamma del bravo ragazzo bello e ricco, che non tollera il pensiero che la ragazza lo possa lasciare e gli sente di volergli fare giustizia. Anche lei non riesce a non intrudere nel processo del lutto che il figlio è chiamato a fare, dicendogli che tanto la sua ragazza era bella e basta, non valeva nulla. 
Ancora una volta una mamma che sente di dover “proteggere” il figlio. Ma da cosa? 
Il figlio, d’altra parte, oggetto di questa immagine idealizzata, sente di non poter essere che il principe sul cavallo bianco per la sua ragazza, il salvatore di cui basta la presenza; la migliore amica di lei scompare ma e lui pensa alla vacanza di coppia in Grecia che le ha regalato, non gli viene neanche in mente che possa non essere la cosa di cui lei ha bisogno

🧑🏻‍🦱 C’è un padre, alto grado dell’esercito, che dice al figlio: tu non mi deluderai, perché sei figlio mio. Il figlio non ha mai dato un esame all’università pur fingendo di essere del tutto in pari con il pino di studi, perché non ha scelta. Non può mica essere visto per quello che è. Non può far altro che nascondere tutte le parti di sé che il padre non tollera. Allora di certo non può essere attrezzato a gestire la propria gelosia nei confronti della sua ragazza, perché anche lei deve essere come vuole lui, allo stesso modo in cui lui deve essere quello che vuole il padre. Chiede alla ragazza: “Lo sai che sono così, perché non stai al tuo posto?”. 
Che si debba stare dal proprio posto non l’ha imparato da altri che dal padre. 

👩🏻‍🦰 Infine, grazie al cielo, c’è la madre interpretata da Noemi. Mamma non strabordante d’affetto, vero; sobria, ma attenta e (davvero) protettiva, sempre sottotraccia. Chiede alla figlia ciò che è adeguato alla sua età, senza sconti ma anche senza proiezioni dei propri bisogni sui suoi.

👩🏻 E grazie al cielo c’è anche una mamma che, pur disperata, sa andare alla polizia e denunciare il figlio

Tutto questo per dire una volta ancora che non si può parlare de “gli adolescenti di oggi” senza considerare questo: i genitori che li hanno cresciuti. Bisognosi, proiettivi, in disperata difficoltà a sintonizzarsi con loro e vederli per quello che sono: altro da sé! Persone che devono compiere il loro percorso di vita. Che hanno emozioni, bisogni, desideri solo loro.

Anche i genitori hanno emozioni, bisogni, desideri propri. Per essere all’altezza del loro ruolo, è necessario che vi prendano contatto con onestà e consapevolezza, chiedendo aiuto se necessario a figure adeguate per elaborare sofferenze o traumi non risolti, così che non debbano farlo i figli, al posto loro.

In questa serie vediamo una forte differenza tra i figli maschi e le figlie femmine.
Vediamo genitori che chiedono ai maschi di nascondere gli insuccessi, di inibire le fragilità, di impersonare un ideale. Alle femmine di accomodare, sottostare, ringraziare. 
Forse dall’idealizzazione è più difficile svincolarsi, rispetto a quanto lo è ribellarsi alla limitazione del sé. 
Sarà per questo che in questa serie vediamo maschi più fragili ed impreparati di fronte alle proprie emozioni e femmine più attrezzate e propense alla ribellione?

Infine, anche il tema dell’adorazione a cui si riferisce il titolo ci pone diverse domande. Chi è che non può entrare in relazione se non adorando? A chi e a cosa serve adorare? Adorare rende possibile vedere davvero l’altro?

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