“Durante il mio primo anno a Bruxelles, prima di incontrare Simon, mi era già capitato di sentire il desiderio di sdraiarmi semplicemente in mezzo alla strada, alzare bandiera bianca, perché qualcuno mi trovasse e si prendesse cura di me, non persone che conoscevo, ma estranei che avrebbero attivato subito la macchina dei soccorsi, professionisti che potevi pagare e a cui non dovevi niente. […] Ora o mai più. Senza pensarci due volte mi sdraiai vicino a un gran mucchio di scatole, la schiena sul marciapiede, braccia e gambe in posizione asimmetrica, occhi chiusi, immobile, senza vita. Adesso bastava che arrivasse qualcuno, un passante, uno spazzino che mi trovasse e si preoccupasse per me. Non avrebbe avuto dubbi e chiamato i soccorsi. La sirena si sarebbe avvicinata – finalmente un’ambulanza in arrivo per me – e i soccorritori si sarebbero inginocchiati al mio fianco facendo domande con tono preoccupato. Qualcuno aveva visto questa ragazza cadere? Qualcuno sapeva chi era?”.
Non ci sono – Lize Spit
#citazioniletterarie
Ti è mai capitato di sentirti così sfinit*? Quali fantasie hai avuto per dare forma a queste sensazioni? Come le hai gestite?